EPICONDILITE
EPICONDILITE
L’epicondilite, o gomito del tennista, è una patologia molto frequente quando si svolgono determinati sport o attività fisica, anche lavorativa, che provoca la ripetizione di determinati movimenti.
Infatti, si presenta sotto forma di infiammazione al tendine ed è causata dallo sfregamento del tendine dell’avanbraccio sull’epicondilo, che è l’osso più sporgente del gomito.
È un disturbo che Interessa sia gli uomini che le donne e colpisce prevalentemente le persone tra i 30 e i 50 anni. Di solito si risolve spontaneamente, tuttavia in alcuni pazienti i sintomi sono più persistenti e i trattamenti si rivelano inefficaci.
1. Generalità epicondilite
Che cos’è l’epicondilo
L’epicondilo è una sporgenza ossea sulla quale si inseriscono i muscoli e i legamenti: il suo nome deriva dal greco. Epi- è infatti un prefisso greco che significa sopra, mentre condilo (kóndylos) significa prominenza.
In anatomia, i condili si trovano nelle articolazioni e sono delle prominenze ossee tondeggianti che si inseriscono nella cavità di un altro osso, formando l’articolazione. Esistono, per esempio, i condili femorali. Gli epicondili si trovano al di sopra dei condili e permettono ai tendini di mantenere la stabilità articolare.
Quando si verifica l’epicondilite
L’epicondilite è un disturbo che si verifica nell’epicondilo del gomito. Essa si verifica a causa dell’infiammazione e della microlesione delle fibre del tendine o dei tendini dell’avambraccio, nel punto in cui si collegano all’epicondilo.
L’epicondilo del gomito si trova nella parte terminale dell’omero ed è una articolazione sottoposta a un notevole stress, soprattutto quando si ripetono frequentemente determinati movimenti.
Spesso ciò avviene in attività sportive che richiedono un movimento ripetuto, in particolare l’estensione delle dita delle mani e del polso oppure l’articolazione dell’avanbraccio.
Tuttavia, possono essere a rischio anche coloro che per l’attività lavorativa devono ripetere di frequente lo stesso movimento.
2. Tipi di epicondilite e cause
I tipi di epicondilite
Esistono due tipi principali di epicondilite, che si differenziano a seconda dell’epicondilo che colpiscono. Nel gomito, infatti, si trovano sia l’epicondilo laterale sia l’epicondilo mediale. Il tratto distale dell’omero termina con due piccole sporgenze: quella più esterna è detta epicondilo laterale, mentre quella più interna corrisponde all’epicondilo mediale.
• Epicondilite laterale
Detta anche gomito del tennista, è una patologia che interessa i tendini collegati alla parte esterna del gomito. Si verifica nella maggior parte dei casi, tanto che si calcola che 4 epicondiliti su 5 siano di questo genere. Colpisce sia uomini che donne in età compresa tra i 30 e i 50 anni e avrebbe un’incidenza compresa tra l’1% e il 3% della popolazione.
• Epicondilite mediale
Detta anche gomito del golfista, interessa l’epicondilo situato nella parte più interna del gomito. Si tratta di un tipo di epicondilite più raro e si manifesta nel momento in cui la mano si flette verso il polso e dà come conseguenza dolore al polso e alla parte interna del braccio.
Le cause dell’epicondilite
Nella maggior parte dei casi, l’eziologia dell’epicondilite non è del tutto nota. In genere le cause dell’epicondilite sono da riferirsi al tipo di attività che si pratica.
Di solito, si parla di sovraccarico funzionale e ciò avviene più facilmente quando si praticano sport che richiedono la ripetizione di uno stesso movimento. Non solo i tennisti, che sono gli sportivi più nominati in relazione a questo tipo di trauma, ma anche chi pratica golf, scherma o ping pong può essere interessato da questa patologia.
Anche attività collegate alla digitazione, come suonare il pianoforte o l’uso della tastiera del pc sembrano sollecitare il tendine in modo tale da provocare epicondilite.
• Le attività sportive che provocano l’epicondilite
Secondo alcuni studi recenti, gli sport che provocano l’epicondilite sarebbero prevalentemente quelli in cui si utilizza la racchetta.
Secondo gli studiosi [1] ci sarebbero alcuni comportamenti che, se combinati tra loro, renderebbero più probabile l’epicondilite:
- Utilizzo di una tecnica di gioco errata quando si colpisce di rovescio: in particolare, se i piedi sono in posizione scorretta e si colpisce in ritardo o con il gomito piegato, lo sforzo viene sostenuto dagli tendini estensori dell’avanbraccio anziché dai muscoli.
- Allenamenti o partite particolarmente lunga.
- Allenamenti o sessioni di gioco troppo frequenti.
- Dimensione del manico della racchetta errato.
- Eccessivo peso della racchetta.
[1] Bone Joint J2013; 95-B: 1158–64
3. Epicondilite: sintomi
Il gomito del tennista può presentarsi in entrambe le braccia, anche se nella maggior parte dei casi è una patologia che interessa il braccio dominante. In rari casi interessa anche il braccio controlaterale.
Il sintomo principale dell’epicondilite è rappresentato dal dolore, anche se possono presentarsi degli altri sintomi associati ad esso:
- Il dolore compare in corrispondenza della parte più sporgente del gomito e talvolta si irradia lungo l’avanbraccio. Tuttavia, l’intensità del dolore può essere diversa: in alcuni casi si presenta saltuariamente e con una intensità lieve, mentre nei casi più gravi può essere un dolore persistente, continuo e particolarmente intenso.
Sebbene tenda a peggiorare con l’uso dell’articolazione, in alcuni pazienti si presenta in modo continuo durante tutte le attività e persiste anche a riposo e durante il sonno notturno. - Oltre al dolore, spesso si manifesta la difficoltà ad afferrare gli oggetti e il braccio è più debole.
- Talvolta, anche a riposo si percepisce un formicolio che si irradia lungo tutto il braccio e che può interessare anche le dita della mano.
4. I trattamenti per l’epicondilite
Molto spesso l’epicondilite si risolve spontaneamente, nel momento in cui l’infiammazione regredisce. Tuttavia, esistono casi in cui il dolore non tende a diminuire nemmeno a riposo. Inoltre, talvolta viene confusa con la tendinite.
Pertanto, è sempre opportuno rivolgersi al medico per una corretta diagnosi.
A quali esami sottoporsi per la diagnosi
Nella quasi totalità dei casi la diagnosi può essere effettuata attraverso un esame obiettivo e tramite l’anamnesi.
In alcuni casi, tuttavia, il dolore al braccio potrebbe essere provocato da cause infettive o da artropatie infiammatorie.
Si ricorda che le informazioni riportate sono a solo titolo consultativo e non si sostituiscono ad una diagnosi medica. In caso di sintomi consultare sempre il proprio medico o uno specialista.
Le radiografie possono essere utili a escludere patologie ossee, mentre l’ecografia indica eventuali assottigliamenti o inspessimenti della struttura tendinea.
La risonanza magnetica, invece, può essere utile a individuare eventuali degenerazioni del tessuto tendineo o lesioni capsulari della superficie profonda.
Come affrontare l’epicondilite
I trattamenti per l’epicondilite hanno diversi obiettivi correlati tra di loro e, in particolare:
- La riduzione del dolore;
- La conservazione della capacità di movimento:
- L’aumento della forza e della presa della mano.
Oltre a terapie con antinfiammatori locali non steroidei per la riduzione del dolore, alcuni studi mostrano buoni risultati con l’utilizzo di esercizi di stretching e di rafforzamento muscolare.
Nei casi più gravi può rendersi indispensabile l’intervento chirurgico.